Da qualche parte si deve pur iniziare

Quando inizi a scrivere un libro, la fine ti sembra sempre lontanissima.
Con questo pensiero ci faccio i conti molto spesso, e non solo per me stessa, ma anche per gli autori con cui lavoro. Iniziano un percorso di stesura pieni di insicurezze, titubanze e vedono la fine molto, molto lontana, se non addirittura irraggiungibile.

Se anche voi siete in questa situazione, prendete un bel respiro e leggete il resto di questo articolo.

Perché iniziare a scrivere un libro ci fa tanta paura?

  • perché commettiamo l’errore di pensare a quante pagine abbiamo da scrivere;
  • perché non abbiamo ben chiaro nella testa dove andremo a parare con la nostra storia;
  • perché non abbiamo molto tempo da dedicare alla scrittura;
  • perché è il nostro primo libro e non sappiamo di preciso cosa stiamo facendo.

I motivi possono essere molteplici, ma ci sono degli accorgimenti che, se adottati, riducono notevolmente le ansie.

Buone abitudini per partire con il piede giusto

Se è il vostro primo libro, sarebbe opportuno rivolgersi a un Writer Coach. La sua esperienza può evitarvi cadute dolorose e allo stesso tempo farvi apprendere molto in poco tempo. Ricordatevi che negli anni il Self-Publishing è cambiato parecchio. Di anno in anno sta prendendo sempre più piede, tanto che i principali eventi letterari stanno aprendo le porte (in maniera ufficiale) agli scrittori auto pubblicati. E per questo motivo le aspettative, e quindi l’asticella, si sono alzate notevolmente.

Imparate a utilizzare la scaletta. Molti autori la odiano perché si sentono limitati dai suoi “scalini”, ma io credo invece che sia una grande alleata. Inoltre non dovete vederla come una strada immutabile da seguire, ma come un sentiero che può cambiare direzione in qualsiasi momento. L’importante è scorgere sempre il tragitto fino alla curva seguente.

In poche parole, non sedetevi mai davanti al pc senza sapere cosa andrete a scrivere, altrimenti rischierete di cadere nella voragine detta “Blocco dello scrittore”.

Ritagliatevi il vostro tempo. Se avete un altro lavoro, una casa da mandare avanti e dei figli impegnativi, non disperate. Molti pensano che per scrivere un libro si debba stare davanti alla tastiera per due o tre ore, ma non è la regola. Personalmente ritengo che (anche per una questione di concentrazione) venti o trenta minuti al giorno siano già un buon tempo da dedicare alla scrittura. In questo modo non avrete difficoltà a ritagliarvi questa finestra di lavoro e manterrete vivido il legame con il mood della storia che, giorno dopo giorno, proseguirà.

Stilate una deadline. Sulla vostra agenda appuntatevi il punto della storia in cui pensate di poter arrivare a fine settimana e fate il possibile per rispettare la scadenza. Se ci riuscirete, ne ricaverete motivazione ed energia.

E quando ti soffermerai a guardare i traguardi raggiunti da qualcuno che ce l’ha fatta, ricorda che…

ANCHE LORO SONO PARTITI ESATTAMENTE DAL PUNTO IN CUI TI TROVI TU ADESSO!

Ora rimboccati le maniche e inizia a darti da fare!

Al prossimo articolo!

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