Oggi stavo chiacchierando con una delle mie SognAutrici e, parlando di scrittura, ci siamo un po’ dilungate sulla figura del Writer Coach, ruolo che ricopro da qualche mese a questa parte.
Io e lei siamo entrate in contatto proprio in occasione del percorso di Writing Coach, un percorso che, a detta sua, le sta facendo un gran bene.
Per il momento, tutte le autrici e gli autori che si sono affidati a me hanno espresso pareri molto positivi riguardo l’esperienza, tanto che alcuni mi hanno già riconfermata anche per il prossimo titolo, e questo non può che rendermi immensamente felice.
Ovviamente non sto scrivendo questo articolo per farmi un auto sviolinata, non sono il tipo, ma per sottoporre alla vostra attenzione un quesito davvero importante.
Cos’è un Writer Coach?
Il Writer Coach è quella figura mitologica (scherzo 😁) professionale che affianca l’autore durante la stesura della propria opera, dando preziosi suggerimenti in merito alla trama, alla progettazione, al modo in cui organizzare il lavoro e stimolando l’autore a compiere una crescita professionale (che dovrebbe di conseguenza portare anche a una crescita personale).
In Italia questa figura non è ancora molto diffusa, o meglio, considerata. Si tende a percepire il Writer Coach come un guro dell’aria. Un po’ come un tempo venivano visti gli psicologi, utili solo ai matti.
Madornale errore…
Ecco, il marito di questa mia SognAutrice mi ha soprannominata “La psicologa degli scrittori” e devo dire che questa definizione mi calza parecchio.
Scrivere è un lavoro individuale, intimo e personale, e proprio per questo a volte (spesso) si ha bisogno di qualcuno che venga a ripescarci dal nostro mondo, per aiutarci a guardarlo da una prospettiva diversa, esattamente come fa uno psicologo.
A volte mi è capitato di sentir dire “Ecco, un altro scrittore che si mette a fare il Writer-coso”, e io mi domando “cosa c’è di meglio dell’essere affiancati da un Writer Coach che è anche uno scrittore? Chi meglio di lui, che ha passato tutto quello che potreste passare voi, può conoscere la strada in cui vi state infilando?”
La risposta è una sola: nessuno!
Attenzione però, perché non tutti i Writer Coach sono uguali, e alcuni lo fanno per le motivazioni sbagliate, quindi occhio a chi vi rivolgete.
Ad ogni modo, sono sempre più felice che la mia lunga esperienza editoriale mi abbia portato ad ampliare il mio lavoro assumendo questo importante ruolo nella vita degli scrittori che scelgono Self Creation. Perché sento di esserci proprio portata. E lo dico con molta umiltà, basandomi sulle mie sensazioni personali e sui feedback che ricevo.
Ma cosa fa un Writer Coach?
Ovviamente non posso darvi una definizione universale dettagliata, ma posso dirvi cosa faccio io quando un autore mi chiede assistenza.
Prima di tutto cerco di carpire più sfumature possibili sull’autore che ho davanti, perché non siamo tutti uguali e perché io lavoro con le persone, non con i numeri.
Rapportarsi agli altri in maniera efficace richiede una certa sensibilità, perché ci saranno momenti in cui il mio ruolo mi porterà a sottolineare degli errori, delle lacune, e bisogna trovare il modo giusto per farli accettare e superare. Sono una persona diretta e trasparente, ma anche con una buona dose di tatto. Caratteristiche fondamentali per fare questo lavoro.
Io ascolto molto i miei SognAutori e leggo fra le righe dei loro testi. Li stimolo a tirare fuori tutto quello che hanno da offrire, ma al tempo stesso gli porgo una solida spalla su cui appoggiarsi nei momenti NO (e questi momenti arrivano sempre).
Cerco di infondere loro la sicurezza di cui hanno bisogno per intraprendere il percorso della scrittura nella maniera più serena possibile.
Francamente non vi so dire se tutti i Writer Coach agiscano in questo modo, io però non potrei fare diversamente. Non potrei mai concentrarmi esclusivamente sul testo, sul passaggio delle competenze, sulla scheda di lettura finale senza dare la giusta attenzione all’autore.
E questo, ve lo posso assicurare, è un lavoro a tutti gli effetti. Non tanto perché si viene ricompensati economicamente, ma perché alla fine porta a dei risultati concreti.
Spero di avervi dato uno spunto di riflessione e come sempre vi invito a condividere sia l’articolo che la vostra opinione in merito.
A presto!