C’era una volta un lettore che, dopo aver letto la prima pagina, chiuse il libro e non lo riaprì mai più.
Vuoi che accada questo al tuo romanzo?
Suppongo di no.
Per evitare questa incresciosa disgrazia al tuo libro, devi dare molta importanza all’incipit (ma anche a tutto il resto, lo sai, ormai non serve più che te lo dica).
Ma che cos'è l'incipit?
Se lo stessi chiedendo a Wikipedia, la sua risposta sarebbe questa:
“La voce verbale latina incipit (con accentazione sdrucciola; dal verbo incipĕre, letteralmente “incomincia”) è la parola iniziale della formula latina che introduce il titolo di un’opera, talvolta anche con il nome dell’autore. In filologia e in bibliografia, con l’incipit, sostantivato, si fa riferimento alle prime parole con cui inizia un testo, e in particolare al primo verso di una poesia.
Se però, in senso stretto, il termine incipit definisce propriamente la parola o la frase o il verso iniziale di un qualsiasi componimento in prosa o in versi, l’uso che ha assunto nella critica letteraria moderna è più esteso. Non solo, dunque, la prima parola o la prima frase, ma l’intera tranche d’avvio, che può essere di lunghezza diversa.”
Beh, nulla da dire, ottima definizione cara Wiki, ma ti sei dimenticata di dire una cosa molto importante, ovvero che l’incipit ha il compito di ammaliare il lettore facendo perno sulla sua curiosità, affinché sia invogliato a proseguire il viaggio.
Esistono 3 categorie di incipit
- Incipit descrittivo
- Incipit narrativo
- Incipit in medias res
L’incipit descrittivo si basa sulla descrizione, che può riguardare i personaggi o l’ambientazione, e altro non è che un’introduzione misurata e graduale. In pratica è come se prendessimo per mano il nostro lettore dicendogli “Accomodati in questo salotto elegante. Le poltrone sono dell’800, mentre la scala che intravedi laggiù conduce alla stanza di Clotilde, una fanciulla dai modi educati e dai capelli ramati”.
Di sicuro un incipit descrittivo aiuta il lettore ad ambientarsi e gli dà il tempo di allacciare un legame con la storia.
Ma sarà sufficientemente accattivante?
L’incipit narrativo mette in secondo piano le descrizioni per presentare subito una sequenza di eventi, in modo far capire al lettore come stanno le cose. Di certo è più coinvolgente rispetto all’incipit descrittivo, ma lo sarà abbastanza?
Con l’incipit in medias res, che significa “nelle cose di mezzo”, anche se “nel mezzo dell’azione” rende meglio l’idea, è quell’inizio in cui il lettore viene catapultato nel vivo di una scena, come se avesse aperto la porta sbagliata dietro la quale si sta compiendo qualcosa di… di…
Ecco appunto, il lettore non ha la più pallida idea di ciò che sta accadendo, e sarà proprio questo ciò che lo spingerà a proseguire nella lettura: la voglia di scoprire cosa sta succedendo, il senso di smarrimento che avrete innescato in lui.
Inutile dire che quest’ultima categoria, soprattutto nel mondo attuale in cui l’attenzione delle persone è ridotta a un battito di ciglia, è quella vincente.
Ora vediamo 3 tipologie di incipit che sanno il fatto loro
- Inizio dalla fine (in medias res)
- Adrenalina a mille (in medias res)
- Che situazione pazzesca (narrativo)
Inizio dalla fine (che poi sarebbe il finale circolare, ma di questo parleremo più avanti), altro non è che parte di ciò che accade alla fine posizionato lì, all’inizio in bella mostra. Ovviamente è una scelta che va fatta con un pizzico di strategia. Se mettiamo una parte del finale che fa intendere una certa cosa, sarebbe fantastico poi riuscire a ribaltare tutto prima della parola FINE. Ad ogni modo è sicuramente un incentivo per il lettore a proseguire il viaggio.
Ho sempre temuto questo momento. L’attimo dove tutto ti viene strappato via. L’istante in cui capisci che ciò che contava davvero era talmente sottile da perdersi nell’immensità di tutto il resto. Rendersi conto di aver gettato al vento la propria vita, di aver sprecato il prezioso tempo a noi concesso e di aver perso l’unica occasione che ci avrebbe fatto brillare per sempre. Eppure, mentre tutto si sgretola in una nuvola di cenere, intravedo una fievole luce allungarsi verso di me. Mi sfiora una mano, l’accarezza, la circonda e, quando arriva a inghiottirla... Il buio mi porta via con sé.
"Strati" di Liliana Marchesi
Adrenalina a mille equivale a prendere il lettore e gettarlo nella mischia nel bel mezzo di una scazzottata. Esplosioni, incidenti, fughe al cardiopalma, tutto ciò che fa schizzare le palpitazioni in gola va più che bene.
Il lettore ne uscirà traumatizzato? Probabile, ma indubbiamente desideroso di proseguire.
Sono morta? Oppure sto solo dormendo? Sento il corpo pesante, come se ci fosse un’enorme lastra di marmo sopra di me. Non provo dolore, ma un senso di impotenza che mi toglie il respiro. Cerco di aprire gli occhi ma non ci riesco. Come se mi fossi dimenticata come si fa. Sono intrappolata nel mio stesso corpo. Mi impongo di mantenere la calma e di concentrarmi sull’unica cosa che riesco a controllare: la mente. Ripenso all’ultima cosa che ho fatto prima di ritrovarmi in questo stato, ma i ricordi mi scivolano come sabbia dalle mani. Non riesco ad afferrarli. Poi sento dei rumori lontani. Non capisco di cosa si tratta. Sento solo un gran baccano. All’improvviso però, mi pare di intercettare qualcosa. È una voce maschile. Non capisco cosa sta dicendo perché le parole si spezzano, trasformandosi in sillabe incomprensibili, grida rabbiose. Passa qualche istante e il silenzio regna di nuovo sovrano. Fatta eccezione per il battito del mio cuore che ha accelerato e mi rimbomba nelle orecchie. Devo fare qualcosa! Devo aprire gli occhi! Devo capire dove sono, cosa mi è successo. Sento salire l’agitazione. Respiro affannosamente. Inizio a provare una sorta di bruciore all’interno del naso. Come se stessi inalando veleno. Un veleno che inizia ad ardere anche nella gola e nei polmoni. È insopportabile! Sto sudando e sono scossa da brividi. Sento delle gocce scivolarmi sulla pelle ai lati del corpo che mi provocano una sensazione di prurito. Finalmente riesco ad aprire gli occhi.
"Cavie" di Liliana Marchesi
Che situazione pazzesca, pur rientrando nella categoria di incipit narrativi (quindi un filo meno d’impatto rispetto a quelli in medias res), ti consente di catturare l’attenzione del lettore narrando nel giro di poche righe fatti che non possono lasciarlo indifferente. E la sola cosa che potrà pensare dopo aver letto l’incipit sarà “Oddio, e che successe dopo?”. Anche qui si fa sempre leva sulla curiosità, stimolata maggiormente da una situazione al limite del surreale. Insomma, più una cosa ci appare assurda e più vogliamo indagare.
Ci hanno tenuto nascosto ogni cosa. Parlavano del riscaldamento globale come di un evento passeggero e sotto controllo, facendo apparire gli ambientalisti come dei fanatici che avevano intrapreso una lotta contro il sistema solo per il piacere di creare scompiglio. Per anni, decenni, secoli, ci hanno ingozzato di menzogne, nascondendo a tutti la fine che stava arrivando. La fine che noi stessi stavamo causando. E oggi, quella fine è arrivata.
"L'Abisso di Anime" di Liliana Marchesi
Questa è solo la prima di molte altre Nozioni di scrittura che sto preparando per te, perciò resta nei paraggi o, ancora meglio, iscriviti alla Newsletter e ai miei canali social per sapere quando pubblicherò un nuovo contenuto.
E se vuoi approfondire la tua conoscenza nell’ambito del Self-Publishing, non ti perdere la Masterclass gratuita del 2 maggio. Qui trovi tutte le informazioni.